Neuroscienze

Le neuroscienze in ambito clinico

Il progresso delle nostre conoscenze nei diversi settori della neurofisiologia e della neuropsicologia, in relazione all’osservazione di particolari fenomeni psicopatologici, ha consentito di attribuire funzioni di grande complessità ad aree cerebrali tradizionalmente collegate alla regolazione di attività neurologiche in senso stretto, cosicchè ora i nuclei della base ora il cervelletto vengono implicati nel controllo di processi mentali con le stesse modalità con cui questi organi regolano attività di movimento.

Questo processo ha interessato i gangli della base per quanto concerne la regolazione del flusso ideativo, con i suoi fenomeni ora di rallentamento ora di accelerazione.

Più di recente è stato ipotizzato che il cervelletto eserciti un ruolo importante che si estende ben oltre la coordinazione del controllo motorio, coinvolgendo verosimilmente l’integrazione e l’armonizzazione di processi psichici superiori e comportamenti complessi non motori, quali la cognitività, l’emozione, l’immaginazione.

Il substrato anatomico comprende vie che vanno alla corteccia prefrontale, all’ippocampo ed al talamo). Compromissioni di questi livelli funzionali sarebbero responsabili di quelle alterazioni che vengono definite " dismetrie cognitive") tipiche delle patologie schizofreniche, come la "atassia emozionale" che caratterizzerebbero l’Autismo ed il Disturbo Ossessivo-compulsivo.

Che cosa sono le neuroscienze

Il complesso di discipline oggi note come neuroscienze rappresenta una scienza sempre più interdisciplinare, che attinge da fisica, chimica, psicologia, medicina, biologia, filosofia, e va in senso opposto rispetto al confinamento specialistico dello studio del cervello e alla delimitazione del sapere tecnico degli anni passati.

Un ampio spettro di problematiche rientra nell'indagine delle neuroscienze:
lo sviluppo, la maturazione ed il mantenimento del sistema nervoso, la sua struttura anatomica e funzionale con un'attenzione particolare al cervello e al ruolo che esso riveste nel comportamento e nella cognizione.

Le neuroscienze cercano di comprendere non solo i normali meccanismi del sistema nervoso, ma anche quello che non funziona adeguatamente nei disturbi dello sviluppo, psichiatrici e neurologici, con l'intento di trovare nuove strade per prevenirli o curarli.

Nel libro "Principi di Neuroscienze" il premio Nobel Eric Kandel dichiara:"Il compito delle neuroscienze è di spiegare il comportamento in termini di attività del cervello.

Come può il cervello dirigere i suoi milioni di singole cellule nervose per produrre un comportamento, e come possono essere queste cellule influenzate dall'ambiente? L'ultima frontiera della scienza della mente, la sua ultima sfida, è capire le basi biologiche della coscienza, ed i processi mentali attraverso cui noi percepiamo, agiamo, impariamo e ricordiamo.

Neuroscienze ed Emozioni

Le ricerche neuro scientifiche hanno mostrato che le emozioni favoriscono le attività cognitive, non esistendo una linea di demarcazione tra processi mentali ed emozioni.

La vita emotiva poi non riguarda solo la mente, ma anche il corpo, poiché ha ripercussioni sulla salute fisica, sul funzionamento del sistema respiratorio, su quello immunitario, cardiovascolare, gastrointestinale ed endocrino. Il cervello influisce sul corpo e il corpo influisce sul cervello.

Le emozioni positive ( gioia, felicità, desiderio soddisfazione, entusiasmo,ecc.) migliorano lo stato di salute bio-psichico e mentale ed hanno effetti benefici su molte patologie.

Tutte le principali forme di disturbi psichiatrici sono legate ad “un’alterazione” delle emozioni. I disturbi emotivi sono quindi alla base dei disturbi dell’umore e degli stati d’ansia. Le emozioni inoltre interferiscono anche nella schizofrenia e nell’autismo.

Le ricerche hanno scoperto che le antiche regioni del cervello dei mammiferi contengono almeno sette sistemi affettivi di base: ricerca, paura (ansia), collera, desiderio sessuale, cura (accadimento), panico-sofferenza, gioco.
Ognuno di noi possiede- precisa Davidson- un profilo emozionale “unico” e pertanto reagisce agli stimoli emotivi in modo diverso.

Sei sono le dimensioni accertate:
1. resilienza;
2. prospettiva (la capacità di mantenere emozioni positive);
3. intuito sociale;
4. autoconsapevolezza;
5. sensibilità al contesto;
6. L’intensità e la chiarezza con cui siamo in grado di “focalizzarci” su un certo oggetto.

Ogni dimensione presenta caratteristiche neurali specifiche e riflettono perciò un’attività biologica “misurabile”, come mostrano le tecniche di brain imaging.

I tratti della personalità non sono immutabili. La vecchia immagine di un cervello statico ed immutabile è sbagliata. Il cervello infatti possiede una straordinaria e m meravigliosa capacità, quella della “neuroplasticità”, la proprietà cioè di “cambiare” il proprio funzionamento in risposta alle esperienze, all’ambiente e ai pensieri che elaboriamo. Questa capacità si realizza non solo durante l’infanzia, ma anche in età adulta e per tutta la vita.

Il cervello di chi suona il violino, ad esempio, subisce “ampi cambiamenti”. Pensare di eseguire alcuni esercizi al pianoforte può espandere la regione cerebrale preposta al movimento delle dita.

Un’altra importante qualità del cervello consiste nell’attivare neuroni sani per “assolvere il compito di quelli danneggiati”, come dimostrano le scoperte effettuate nei soggetti colpiti da ictus, potendo “addestrare” un’area sana nello svolgimento di funzioni della parte colpita e consentendo in tal modo un’ampia “”riorganizzazione” del cervello. A questi splendidi risultati, siamo pervenuti attraverso lo studio degli animali.